Come abbiamo sottolineato in un precedente articolo, l'oggettivazione sessuale veicolata dalle pubblicità e dai social è un problema attuale, sebbene affondi le sue radici indietro nel tempo. Nonostante il fenomeno riguardi principalmente il genere femminile, gli uomini non sono liberi da stereotipi e pregiudizi che ruotano attorno al proprio ruolo sociale, caratterizzato da virtù imprescindibili, quali: virilità, forza, scarsa emotività, senso pratico. Inoltre, l'uomo stesso è spesso ritratto nell'atto di essere fisicamente desiderabile, muscoloso, attraente e dotato di sicurezza di sé e carisma, l'uomo che "non deve chiedere mai" (cit. di una famosa pubblicità).
Tutto ciò è svilente nei confronti del maschile e fornisce un'immagine distorta di ciò che un uomo o un ragazzo realmente è e dovrebbe sentirsi libero di essere: esprimere i propri sentimenti e il proprio mondo interno non rappresenta una debolezza, così come l'idea che il vero uomo debba avere spalle larghe e petto ampio è fuorviante e non rappresentativa della varietà e molteplicità di corpi e fisionomie che sono tutti ugualmente apprezzabili e desiderabili. Inoltre, questa visione distorta e irrealistica non fa altro che perpetrare l'idea che il maschile sia necessariamente dominante e dominatore nei confronti del femminile, che continua quindi a essere sottomesso, servile e devoto al maschio alfa.
E' fondamentale promuovere l'idea che nessun ragazzo debba vergognarsi del proprio corpo né della propria interiorità, ma al contrario sviluppare una conoscenza più autentica del proprio mondo interno ed emotivo, affinché ciò gli permetta di relazionarsi in modo più rispettoso e sensibile verso il femminile: sia quello interiore, il proprio femminile; sia quello delle donne che lo circondano nel mondo esterno.
Di Samatha Staiola
Immagine da "Teen Wolf" rielaborata da Fabiana Patria