gay pride

Oggi in tutti i Paesi europei si celebra la Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, un’occasione per sensibilizzare e creare maggiore consapevolezza sui temi legati all’orientamento sessuale e denunciare ogni forma di discriminazione e violenza, sia essa fisica, morale, politica o sociale, ai danni delle persone LGBTQIA+.

La data non è affatto casuale: il 17 maggio 2023 ricorre infatti il trentatreesimo anniversario della rimozione, da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’omosessualità dalla classificazione internazionale delle malattie mentali, un’iniziativa e seguito della quale l’orientamento sessuale viene riconosciuto come parte integrante dell’identità della persona umana e non più come una “devianza”.

Tuttavia, persistono atteggiamenti discriminatori nei confronti della comunità LGBTQIA+ e dei suoi membri, accusati di essere portatori di stili di vita nocivi per la collettività e dannosi per la famiglia cosiddetta “tradizionale”, considerata come il pilastro su cui si fonda una società “sana”, “armoniosa” e “conforme alle leggi della natura”.
Alla base di tali discriminazioni, giustificate col pretesto di difendere detti valori, vi è un’avversione ideologia e irrazionale nei confronti dell’omosessualità, della transessualità e della bisessualità: l’omobilesbotransfobia, che prende la forma di pregiudizi spesso concretizzati in comportamenti discriminatori, abusi e crimini volti a spaventare, umiliare e limitare le libertà delle persone LGBTQIA+.

Comunità LGBTQIA+: definizione e origini

Per comunità LGBTQIA+ (o comunità rainbow) si intende “quell’insieme di persone che hanno un orientamento non eterosessuale (ad esempio, gay, lesbiche, bisessuali, queer) e, per quanto riguarda in particolare le persone transgender/non binary, che non sentono di appartenere al proprio genere biologico, rifiutando spesso proprio la visione dicotomica tra genere maschile e femminile”[1] .
Tale comunità costituisce un punto di riferimento fondamentale per i suoi membri, che adesso possono riconoscersi e sentirsi rappresentati non solo singolarmente ma anche all’interno di una realtà più ampia e, attraverso questa, far sentire la propria voce come parte integrante della società, rivendicando diritti e celebrando la propria identità di genere e il proprio orientamento sessuale anche pubblicamente.

Sebbene vi siano numerosissimi esempi, nelle diverse epoche della storia dell’umanità, di gruppi più o meno organizzati di persone non-etero orientate, l’inizio della storia della comunità LGBTQIA+ così come oggi la conosciamo viene fatto risalire ai moti di Stonewall del 1969 quando, nell’omonimo pub di New York, dopo l’ennesima retata contro i clienti del locale, la maggior parte gay, lesbiche e transessuali, si è scatenata una rivolta contro le autorità. Questa ha da subito assunto le dimensioni e il valore di una vera e propria rivoluzione, non solo attraverso la denuncia della omobilesbotransfobia istituzionalizzata e la rivendicazione dei diritti fondamentali di tutte le persone non cisgender e non eterosessuali, ma anche proclamando con orgoglio la propria appartenenza a una comunità con una propria dignità, identità e cultura.

Conclusioni

Il riconoscimento da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dell’omosessualità come “una variante naturale del comportamento sessuale umano” [2] ha aperto la strada al dibattito circa le discriminazioni nei confronti dell’allora comunità gay, oggi estesa in modo da comprendere tutti gli orientamenti diversi da quello eterosessuale e ri-denominata LGBTQIA+, e all’abbattimento di stereotipi legati all’orientamento sessuale e all’appartenenza di genere. Nonostante i numerosi passi avanti nel riconoscimento della dignità e delle libertà dei membri di detta comunità da parte delle istituzioni e della società civile, la strada verso un pieno ed effettivo riconoscimento dei diritti e delle libertà a favore delle persone LGBTQIA+ è ancora lunga e disseminata di ostacoli, in alcune zone del mondo più di altre.

Tuttavia, è importante sottolineare come ognuno di noi possa fare la differenza, attraverso la sensibilizzazione, l’ascolto e la condivisione di valori quali l’uguaglianza dei diritti e delle libertà e il pieno rispetto nei confronti di ogni forma d’amore e d’identità, ribadendo il pieno diritto di ogni essere umano a vivere la propria vita, nonché la propria sessualità e il proprio rapporto col corpo, serenamente e liberamente.

 

di Roberta Carbone

 

[1] https://www.gay.it/temi/comunita-lgbt

[2] https://www.reteready.org/attivita-della-rete/17-maggio/  

 

Foto di Melissa da Pixabay