Siamo nel 2023 e nonostante i numerosi progressi compiuti dalla nostra società in merito ai diritti delle donne è ancora possibile rilevare fenomeni di oggettivazione sessuale e sessualizzazione femminili nella nostra cultura.
Di che cosa si tratta?
Se l'oggettivazione implica il considerare l'altro come un mero strumento in senso generale, l'oggettivazione sessuale è l'idea che il valore di una persona sia determinato dalla capacità di attrarre sessualmente l'altro, escludendo qualsiasi altro tipo di qualità personale. Questo fenomeno, veicolato principalmente dai mass media da lungo tempo, ha come conseguenza probabile l'autoggettivazione, ossia l'interiorizzazione da parte della persona di un'immagine di sé come oggetto del piacere altrui, sulla base della quale dipende il proprio valore personale.
È intuitivo che il fenomeno coinvolge principalmente l'universo femminile, e al giorno d'oggi i media e i social network tendono a spingere le ragazze ad inseguire un'immagine corporea da copertina - perfetta, stereotipata e irrealistica - al fine di essere parte del mondo dei pari e di evitarne il giudizio. Inoltre, la problematica coinvolge soprattutto bambine e ragazze, in quanto sempre più precocemente esposte a stimoli di natura sessualizzata.
Molte sono le conseguenze di una visione di sé autoggettivata, tra le quali il rischio di sviluppare condotte alimentari inappropriate, sentimenti di vergogna per il proprio corpo e umore depresso (Tiggemann, 2011). La prospettiva autoggettivante espone le donne ad una forte insoddisfazione per il proprio corpo o parti di esso che non siano corrispondenti agli ideali irrealistici promossi quotidianamente dal web e dai media. In aggiunta, e a conferma di ciò, diverse ricerche hanno dimostrato il ruolo cruciale della vergogna per il proprio corpo nella relazione tra autoggettivazione e disturbi alimentari. Botta (2003) aveva dimostrato che l'esposizione a riviste di moda spingesse le donne a desiderare corpi più sottili e a mettere in atto comportamenti alimentari patologici.
Ci si addentra quindi nella problematica della "sessualizzazione precoce", definita dall'American Psychiatric Association (APA, 2010) come una condizione problematica che include l'imposizione di una sessualità adulta a una bambina, la quale viene sessualmente oggettivata, e il cui valore è legato esclusivamente al suo aspetto o comportamento sessuale. Inoltre, la bambina è indotta a corrispondere ad uno standard di riferimento che associa l'attrazione fisica alla desiderabilità sessuale. Secondo gli studiosi, il fenomeno è in costante aumento negli USA, con importanti conseguenze negative sullo sviluppo cognitivo e sociale delle bambine, le quali hanno comportamenti sempre più adultizzati e precoci ai quali però non corrisponde un altrettanto anticipato sviluppo neurobiologico (Ge e Natsuaki, 2009). Ne consegue che i rapidi cambiamenti della pubertà e l’esposizione ai fenomeni sopra descritti, non si incontrano con una struttura cerebrale sufficientemente matura da permettere a bambine e adolescenti di gestire la complessità di tali cambiamenti. Inoltre, i genitori e le famiglie stesse - spesso inconsapevolmente - incoraggiano atteggiamenti del genere nei figli, basati su stereotipi di genere fortemente radicati nella nostra cultura.
È stato dimostrato che la sessualizzazione si associa ad un maggior accordo, da parte di entrambi i generi, con atteggiamenti sessisti verso le donne (Ward & Friedman, 2006; Ward, Hansbrough, & Walker, 2005) e negli adolescenti, la visione di programmi sessualizzati alimenta una visione delle donne come oggetti sessuali e l’idea del sesso come attività ludica (Ward & Friedman, 2006).
Quando la sessualizzazione è interiorizzata, l’identità della donna si fonda in larga misura sulla necessità di essere costantemente attraente per gli uomini. Come per l’autoggettivazione, la sessualizzazione interiorizzata implica maggiori livelli di automonitoraggio e vergogna per il proprio corpo (McKenney & Bigler, 2016). In questo scenario, il rischio è che le donne stesse finiscano per promuovere una visione della donna di tipo sessista, sostenendo una rappresentazione tradizionale dei ruoli di genere, che diventa quindi sempre più difficile da superare. A questo proposito, si è visto che la sessualizzazione interiorizzata aumenta il rischio di tolleranza verso le molestie sessuali e di biasimo verso la vittima.
Come contrastare questi fenomeni?
È necessario predisporre interventi che contrastino la sessualizzazione precoce e l’autoggettivazione tra i giovani e i preadolescenti, che rappresentano le popolazioni maggiormente esposte. In primo luogo, è fondamentale attuare interventi di promozione del benessere e della salute sessuale, non solo di natura informativa ma anche orientati alla consapevolezza corporea e al contrasto della violenza di genere. Inoltre, è indispensabile che a ciò si affianchino interventi atti a promuovere un atteggiamento critico degli adolescenti verso la pubblicità, i social media e il mondo degli “influencer”, cosicché i giovani abbiano maggiore consapevolezza delle dinamiche in cui rischiano di essere assorbiti senza rendersene conto. Il coinvolgimento di insegnanti e genitori in questi interventi, inoltre, è fondamentale affinché tutti i destinatari possano divenire, nel tempo, i veri agenti di un cambiamento sociale verso una sempre più reale parità di genere, promuovendo l’accettazione del proprio sé corporeo e la valorizzazione di diverse e varie forme di bellezza e di qualità individuali.
di Samantha Staiola
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Bibliografia
American Psychological Association, Task Force on The Sexualization of Girls. (2010). Report of the APA Task Force on the sexualization of girls. Retrieved from http://www.apa.org/pi/women/programs/girls/report-full.pdf.
Botta, R. A. (2003). For your health? The relationship between magazine reading and adolescents’ body image and eating disturbances. Sex Roles, 48, 389-399.
Ge X, Natsuaki MN (2009), “In search of explanations for early pubertal timing effects on develop-mental psychopathology”, Curr Dir PsycholSci, 327
McKenney, S. J., & Bigler, R. S. (2016). Internalized sexualization and its relation to sexualized appearance, body surveillance, and body shame among early adolescent girls. Journal of Early Adolescence, 36, 171-197.
Tiggemann M (2011), “Mental health risks of self-objectification: A review of the empirical evidence for disordered eating, depressed mood, and sexual dysfunction”, in RM Calogero, S Tantleff-Dunn & JK Thompson (Eds.), Self-objectification in women: Causes, consequences, and counteractions, pp. 139-159, Washington, DC: American Psychological Association
Ward, L. M., & Friedman, K. (2006). Using TV as a guide: Associations between television viewing and adolescents' sexual attitudes and behavior. Journal of research on adolescence, 16, 133-15
Ward, L. M., Hansbrough, E., & Walker, E. (2005). Contributions of music video exposure to black adolescents’ gender and sexual schemas. Journal of adolescent research, 20, 143-166.