peschereccio bottiglieriIl nostro viaggio alla scoperta dei sogni adolescenziali durante l’emergenza Covid-19 prosegue con l’approfondimento di un altro tema emerso nei sogni di alcuni ragazzi: gli spostamenti onirici effettuati dai sognatori con i mezzi di trasporto (biciclette, autobus, barche, aeroplani).

È interessante notare come in un periodo stagnante, stazionario e statico come quello affrontato durante la quarantena, emerga in noi la necessità di movimento e di spostamento, come a voler compensare in qualche modo la privazione della nostra libertà individuale. Probabilmente gli adolescenti hanno sentito il bisogno di mettere una distanza dalla condizione angosciante dell’isolamento creato dal virus.
In particolare, nel nostro campione, durante il primo periodo della pandemia (fino al 30 aprile) i mezzi di trasporto compaiono nel 17,3% dei sogni, mentre nel secondo periodo (dal 30 aprile in poi) nel 9,3% dei sogni. Questo dato potrebbe avvalorare l’ipotesi secondo cui ad una condizione di estrema staticità caratteristica soprattutto del primo periodo, corrisponda un esasperato bisogno di libertà, di slancio, di dinamicità. Compaiono sogni che rivelano spostamenti in luoghi lontani, non raggiungibili a piedi come se il corpo fermo di questi adolescenti manifestasse il bisogno compensativo di muoversi con un’energia individuale e personale.

“Dovevo andare dal mio ragazzo che sta lontano per studiare… “
“Ho sognato di andare a trovare il mio ragazzo in prigione e perdermi al ritorno per andare a prendere l’autobus per tornare a casa”

Da un punto di vista psicologico si può dire che ci sia analogia tra il viaggio inteso come conoscenza di realtà esterne (luoghi, culture, lingua) e il percorso di conoscenza di sé (Carbonetto, 2007). La vita stessa è un viaggio: nelle sue fasi (partenza, percorso e arrivo) rende l’idea della ciclicità della vita e del suo dinamismo, rappresenta un’esperienza interiore dell’individuo che richiama la circolarità della vita: la nascita, l’adolescenza, la fase adulta e la morte.

Spesso, nei sogni del primo periodo, è emerso il bisogno degli adolescenti di raggiungere luoghi lontani, città diverse da quella di appartenenza, posti che solitamente non sono in grado di raggiungere autonomamente. Forse lo spostamento del corpo in città lontane evoca il bisogno di traslare il corpo in una dimensione altra?

“… mi sono trovata catapultata in America, più precisamente penso in California… “

A tal proposito, Jung (Raff J., 2008) suggerì che i racconti mitici dei viaggi iniziatici, come quelli di Marco Polo, Ulisse o Ercole, potessero essere intesi come espressioni simboliche di un processo di trasformazione psichica che tutte le persone sono costrette a fare durante la loro vita. Il viaggio dell’eroe corrisponde al processo di individuazione, dove il protagonista abbandona il suo mondo ordinario e conosciuto per approfondire le potenzialità più nascoste.

Confrontando i sogni del primo periodo con quelli della seconda fase, è emerso che nella prima compaiono soprattutto viaggi in automobili e biciclette, mentre nella seconda spiccano maggiormente treni, metropolitane, barche, autobus.

AUTOMOBILE

“Durante il viaggio in auto, la strada ad un certo si biforcava ed entrambe erano sospese sul vuoto, senza nessuna protezione laterale. Io tenevo in tasca un uovo, non mi ricordo però il motivo. Facevo molta attenzione a non romperlo. Mio padre prese però la strada sbagliata, che si assottigliava sempre di più fino a sparire, e noi cadevamo con la macchina. Metri sotto il cavalcavia, ci ritroviamo tutti illesi, tranne mio padre, che sembra stare bene fisicamente, ma, appeso ad una sorta di cavo e inginocchiato su una sporgenza a pochi metri da terra, non accetta a muoversi… “
“Eravamo in macchina che andavamo in un posto che non ricordo bene penso sia la farmacia, io non avevo la mascherina perché me la ero scordata a casa e papà voleva andare al supermercato perché è terrorizzato di rimanere senza mangiare… “

Sognare di guidare l’automobile impegna in prima persona, coinvolge i sensi, l’attenzione e rappresenta il rapporto diretto con il sociale e il proprio impegno e responsabilità verso gli altri. L’automobile nei sogni rappresenta sé stessi in movimento, in viaggio nella vita. Spesso è un sogno connesso all’idea di progressione, di auto-affermazione e raggiungimento dei propri obiettivi.
L'automobile nei sogni, così come anche la casa, può essere considerata come l’espressione della personalità del sognatore, l’espressione di sé nel mondo, nella società, nel lavoro, nelle relazioni interpersonali. Se colui che guida non corrispondesse a chi sogna, questo potrebbe rivelare qualcosa rispetto a una forza psichica trascinante, che agisce per agevolare o turbare profondamente le conquiste della coscienza (Taschen, 2011).
Inoltre, l’auto è considerata anche un simbolo erotico, su cui vengono proiettati aspetti della propria identità: può rappresentare potere, autonomia, velocità, libertà, aggressività, grinta e status sociale. In effetti, ricevere le chiavi della macchina durante l’adolescenza segna il raggiungimento di un traguardo fondamentale di crescita, la consapevolezza di essere indipendenti, la prova di essere giudiziosi ed equilibrati.

BICICLETTA

“Io e la mia amica Ludovica usciamo da un ospedale di una città che non riconosco. Inizia a piovere e decidiamo di prendere una bicicletta per tornare a casa. Facciamo una discesa ma la bici prende troppa velocità a causa della pioggia incessante e dell’asfalto bagnato. Mi giro per guardare la mia amica, la vedo lontanissima da me e poi cadiamo… “

La bicicletta è considerata l’invenzione più efficiente mai concepita per il trasporto dell’uomo, dal momento che è in grado di funzionare senza l’utilizzo di un motore: viaggia su “ruote” intime e personali, in quanto è azionata unicamente dal movimento dell’individuo, il cui pedalare ritmico consente di mantenersi in equilibrio e andare avanti.
La bicicletta è per eccellenza un mezzo di trasporto personale più che collettivo, sottoposto al controllo dell’Io individuale, quindi nei sogni è l’elemento che rappresenta l’Io in movimento nella vita, un po’ come la macchina.
Nell’immaginario collettivo, è diventata simbolicamente un veicolo dell’energia e del progresso della psiche, rappresenta indipendenza e libertà nella scelta del proprio percorso esistenziale e anche delle deviazioni occasionali. La bicicletta è soprattutto simbolo di velocità, di sfida, di superamento di limiti delle proprie capacità, di forza, autonomia, libertà ed equilibrio. Per evitare di cadere, sono necessari non soltanto uno slancio iniziale e l’equilibrio tra mente e corpo, ma soprattutto una pedalata ritmica e vigorosa che spesso rievoca le energie sessuali (Taschen, 2011).

AUTOBUS

“Ho sognato di andare a trovare il mio ragazzo in prigione e perdermi al ritorno per andare a prendere l’autobus per tornare a casa”
“… Continuiamo a camminare e arriviamo in una piazzetta di capolinea degli autobus e alcuni ragazzi che andavano via con la macchinetta. Io e G restiamo sole e non avendo la macchina prendiamo l’autobus per tornare a casa…”

Sognare di viaggiare in autobus è simbolo del proprio rapporto con gli aspetti collettivi della vita. Indica in primo luogo la possibilità di farsi trasportare, e quindi l’accettazione di un sistema collettivo che misura il grado di maturità del sognatore e la sua evoluzione nel suo ambiente, rappresenta dunque l’allegoria di un percorso che il sognatore sta compiendo o deve compiere nella sua realtà.
Per prendere l’autobus ci sono orari da rispettare, c’è un itinerario fisso, fermate precise e soprattutto c’è qualcun altro che guida: questo può essere limitante per gli adolescenti, potrebbe farli sentire stretti entro limiti e regole che non hanno scelto. Ma potrebbe far emergere l’accettazione e il sollievo per la possibilità di rilassarsi, delegare ad altri l’azione e non assumersi nessuna responsabilità, di godersi il viaggio da un finestrino e osservare ciò che succede da fuori mantenendo una visione globale.
Forse gli adolescenti hanno espresso in questi sogni il bisogno di voler appartenere ad una collettività? Di avere delle regole che tutelassero i loro spazi? Il contrasto tra autonomia e dipendenza, tra l’emergersi e omologarsi alla massa sono le premesse fondamentali del processo di crescita adolescenziale.

BARCA

“… A questo punto ci ritroviamo non so come in una nave da crociera e mio fratello diventa sempre più nervoso, soprattutto perché io lo avevo frenato, e per il nervoso vuole lanciarsi in acqua e io di nuovo lo blocco.”
“Ero in crociera con la mia classe ma la nave sembrava l’Orient Express…“

La barca è un’immagine archetipica molto frequente nei sogni, rappresenta un contenitore in cui è possibile spostarsi sulle profondità del mare, evoca immediatamente l’idea di un passaggio. L’elemento della barca potrebbe richiamare l’immagine traghettatrice di Caronte da una sponda all’altra della nostra anima. In un contesto di emergenza, gli adolescenti verso quale sponda si dirigeranno? Il futuro, il passato, o resteranno imprigionati nelle paludi delle loro incertezze?
Per la mitologia classica, la barca era il veicolo principe delle peregrinazioni degli eroi: traversate, viaggi, odissee in cui la barca proteggeva, riusciva a “giungere in porto”. Nell’iconografia egizia, una barca trasportava il Sole sull’oceano dell’oscurità verso la rinascita, proprio come la coscienza viene traghettata di notte sulle acque profonde del sonno. L’idea della barca che salva è così primordiale che in passato le case venivano edificate a forma di navi, e i cristiani costruivano le croci che svolgevano la funzione di albero della nave (Taschen, 2011).

Un ulteriore tema emerso in vari sogni è la necessità di un passaggio veloce e fuggevole da una dimensione all’altra, come se il “salire-scendere” rapidamente da uno scivolo raffigurasse per gli adolescenti l’urgenza di uscire dalla situazione di isolamento in cui si trovavano.
La discesa e l’ascesa sono passaggi importanti nel percorso di crescita dell’individuo, ci sono sempre periodo di up e down che costellano la nostra emotività. Se si sale troppo in dimensione più spirituale si perde il contatto con le radici usando solo le difese intellettuali, se si scende troppo il rischio è di perdersi nello stagno della visceralità. Solo unendo le due visioni si riuscirà ad avere una visione di insieme della nostra personalità.

“Ero in un bosco con un gruppo di ragazzi e ragazze e dovevamo superare un percorso, ma nessuno era una fata e nessuno sapeva che invece io lo ero. Il percorso cominciava con uno scivolo solo che non era uno scivolo normale: non cominciava dall’alto verso il basso, ma al contrario. Io ero riuscita a superarlo più in fretta degli altri perché anziché superarlo normalmente, lo avevo superato volando.”
“… Mi ritrovai davanti a una salita che era ripidissima, si sarebbe caduti una volta aver provato a salirci. E questa ragazza iniziò a farmi vedere come salire ovvero con dei rampini/ganci spostandone uno a uno mentre si saliva…”
“… Ci fanno salire su una struttura di legno, mia mamma prende la rincorsa e mi spinge (io ero sopra questa cosa di legno) per fare prendere velocità e poi è salita anche lei… solo che prendiamo troppa velocità, e io le urlo: “Fermati!!!”, ma non ci riusciamo e finiamo contro il muro.”

Ancora una volta, il bisogno di movimento, uno spostamento dal basso verso l’alto, come se in qualche modo ci si elevasse ad una dimensione spirituale, meno terrena e meccanica. O ancora, acquisendo la facoltà di volare, una qualità legata al desiderio, innato nell’uomo, di superare sè stesso ed i propri limiti fisici e psichici. Sognare di volare riflette così un movimento archetipico che in sé concentra tutte le aspirazioni dell’essere umano verso l’evoluzione: un bisogno di trascendere ciò che nella realtà è una prigionia e un limite soverchiante.

Bibliografia
J. Raff, “Jung e l’immaginario alchemico”, 2008
Carbonetto, G. M. “Il viaggio, metafora della vita”. Turismo e Psicologia, 2007
Taschen, “Il libro dei simboli”, 2011

 

di Tenisia Cardamone

foto di Valentina Bottiglieri