Manga maschileFemminileIl viaggio di Arpea nella cultura dei manga e anime giapponesi continua con l’esplorazione delle varie tipologie di fumetti esistenti. I manga vengono divisi per genere e per età, infatti vi sono diverse categorie come i “Kodomo”, anime e manga per bambini e per una fascia di età molto giovane (sotto i dieci anni), gli “Shonen”, (ragazzo in giapponese), si rivolge ad un pubblico di adolescenti principalmente maschile, “Shojo”, (ragazza in giapponese), rivolto ad un pubblico adolescente e prevalentemente femminile e “Seinen”, anime e manga per adulti che trattano argomenti maturi o non adatti ad un pubblico giovane. Questi che abbiamo citato sono solo alcuni dei generi in voga tra i lettori giapponesi e non, ma ce ne sono moltissimi altri.
Quest’oggi vogliamo parlare del tema del maschile e del femminile, partendo da uno dei primissimi manga che ha trattato la dualità di queste due sfere: la Principessa Zaffiro.

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La principessa Zaffiro, nome originale Ribon no Kishi (“Il cavaliere col fiocco”), è stato disegnato nel 1953 da Osamu Tezuka e andato in onda dal 1967. Il fumetto, appartenente al genere shojo, racconta la storia fiabesca di una principessa, Zaffiro, nata con un animo per metà maschile e per metà femminile, possiede sia personalità da maschiaccio che da ragazza e nel fumetto come nel manga si assiste al continuo passaggio tra i due ruoli, quello di un perfetto cavaliere spadaccino e di una principessa bene educata. A causa della “Lex salica”, ovvero il mancato diritto per le donne di salire al trono, deve fingere di essere un maschio così da poter prendere un giorno il posto di suo padre e governare il regno di Silvervalley. Questo inganno viene messo in atto proprio dal re alla nascita di sua figlia, per evitare che suo fratello, il granduca Geralamon, lo succeda al trono dal momento che è un uomo malvagio. La fanciulla quindi riceverà sia un’educazione femminile che maschile. Nella storia Zaffiro veste sia abiti da uomo che da donna, si innamora perdutamente di un principe di un regno vicino al suo e alla fine sconfiggeranno insieme lo zio cattivo e si sposeranno.

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Un altro esempio della dualità di maschile e femminile nei manga è Lady Oscar, erede per trama della Principessa Zaffiro. Lady Oscar, Berusaiyu no Bara (“Le rose di Versailles”), sempre di genere shojo, è stato disegnato da Riyoko Ikeda nel 1972, e messo in onda nel 1979. Ci troviamo alla corte di Francia, all’epoca della rivoluzione francese, dove Oscar Francois de Jarjayes cresciuta dal padre come uomo, successivamente diventa comandante delle guardie reali in vesti maschili e capo della scorta di Maria Antonietta. Da qui in poi la nostra protagonista affronterà un susseguirsi di vicende di palazzo e di politica, fino ad arrivare alla presa della Bastiglia.
Mentre Zaffiro risulta in bilico tra due realtà: un cavaliere che vuole difendere il suo regno e la sua indole di fanciulla che dovrà approcciarsi all’amore, per Lady Oscar, l’essere cresciuta come un maschio causerà crisi d’identità. Combattuta tra il voler esprimere il suo essere donna e il voler mantenere il proprio ruolo di comandante, il personaggio di Lady Oscar non ha la possibilità di esprimere entrambe le sue anime, perché all’epoca la differenza di genere era netta, ognuno aveva i suoi ruoli che rispecchiavano degli stereotipi ben precisi; i luoghi comuni determinavano e precludevano opportunità e destini diversi.

Oggi siamo pienamente consapevoli che riconoscere la propria identità, abbracciarla e riuscire ad affermarla è un processo di crescita lungo e difficile ma necessario e sicuramente ricco di soddisfazioni e di emozioni.

La psicologia si è occupata di questo tema a lungo, differenziandosi in due macro aree. Da una parte la visione biologica, che la intende come semplice differenza sessuale imposta dalla natura, e dall’altra parte la visione sociale, che parte dal presupposto che esistono stabili e fissi caratteri di tipo femminile e di tipo maschili, influenzati dagli stereotipi culturali.
Questa dicotomia è stata affrontata anche nei manga, come ad esempio in Ranma ½.

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Ranma ½ è stato disegnato da Rumiko Takahashi nel 1987 e messo in onda nel 1989. Appartiene al genere shonen, alla sottocategoria romantic comedy, ma potrebbe anche appartenere per la sua trama alla categoria shojo. Ranma e il padre, caduti in una sorgente magica, sono afflitti da una particolare maledizione: ogni volta che vengono a contatto con l’acqua fredda si trasformano, Ranma in una ragazza e il padre in un panda. Poi si recano in Giappone da un amico di vecchia data del padre, perché Ranma dovrà sposare una delle sue figlie e assicurare il futuro del dojo* Tendo. Da qui una serie di peripezie che porteranno allo conoscenza di nuovi personaggi e intrecci di tante altre storie.
Da molti lettori considerato un manga sessista e misogino, in esso in realtà viene esaltata la figura femminile e la figura maschile viene fatta diventare una caricatura, ridicolizzando in questo modo il maschilismo della tradizionale società giapponese e, in questo manga, sono le figure femminili a tirare i fili della storia. L’autrice ha inserito all’interno della storia gli stereotipi femminili della società nipponica dell’epoca, eleggendo la protagonista principale, Akane, come il non-prototipo. Ranma invece rappresenta lo stereotipo maschile per eccellenza: forte, agile, il suo unico interesse risiede nell’allenamento, non può permettersi di perdere nessuna battaglia perché secondo lui un uomo vero è un uomo forte. La virilità è l’unica cosa che lo contraddistingue, infatti non rispecchia la figura del tipico Don Giovanni: le ragazze le conquista solo con le sue abilità nel combattimento e ogni volta che si trova in situazioni intime con qualcuna di loro diventa impacciato e si imbarazza. In questo modo Takahashi spezza il "male type" solido e virile dell’epoca. Infatti con il suo protagonista l’autrice si chiede quanto la società sia disposta ad accettare un uomo con un cuore così grande e scusarlo per le sue gelosie ed insicurezze infantili.

Non a caso lo stesso nome Ranma in giapponese è scritto con l'ideogramma che significa “confusione”, ed è utilizzato distintamente per maschi e femmine.
Seppur in tutto il manga ci sia una battaglia tra i due sessi, alla fine Ranma si rende conto che la parte femminile, che cercava di curare e far sparire, non è uno svantaggio, ma fa parte di lui, e può ottenere il meglio da entrambe le parti.


Questa prospettiva si sposa con il pensiero junghiano, secondo cui il femminile è il regno dell’emotività, dei sentimenti, del capriccio ma anche della sensibilità e della ricettività, mentre il maschile è razionalità, freddezza, coraggio, lealtà, individualismo, e spinta all’avere. Insieme, queste dimensioni, possono compensarsi e rafforzarsi a vicenda, concorrendo ad un sano e completo sviluppo della personalità. La psiche junghiana è abitata da due elementi archetipici ed inconsci: l’Anima, ovvero la componente femminile negli uomini, e l’Animus, la componente maschile nelle donne. Nella medicina cinese il Chi, ovvero l’energia primordiale connessa con la vita, è prodotta dall’interazione tra Yin e Yang, che rispettivamente sono il femminile e il maschile. In Giappone lo Yin rappresenta la forza che produce espansione e lo Yang la forza che esprime contrazione. Insieme queste due forze di polo opposto si uniscono come due calamite, mantenendo l’equilibrio cosmico.
In quest’ottica le differenze legate al sesso si annullano, infatti la nostra singolarità è data da un mix unico e irripetibile di tratti femminili e maschili che risiedono in ciascuno di noi.

* Curiosità: DOJO (道場 dōjō) - termine giapponese che indica il luogo dove si svolgono gli allenamenti delle arti marziali.

 

di Sara Falcone e Martina Ursitti

 

Sitografia
https://www.sibillaulivi.it/articoli-letture/psicoanalisi/547-la-dualita-della-psiche-l-intreccio-di-maschile-e-femminile.html
https://www.psicologobologna.it/maschile-ed-femminile-dentro-parte/
http://www.softrevolutionzine.org/2015/manga-ranma/?doing_wp_cron=1602575403.1518700122833251953125
https://www.lacooltura.com/2019/03/ranma-meta-maschio-meta-femmina/
https://antoniogenna.com/2016/10/25/nipponica-114-la-principessa-zaffiro/
https://www.staynerd.com/la-rappresentazione-delle-ragazze-nei-manga/
https://www.mardeisargassi.it/lady-oscar-e-la-teoria-del-gender/